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Gli spioni di Meloni presi con le mani nella marmellata

Indovina indovinello… chi mai, in Italia, può aver firmato un contratto con Paragon Solutions – azienda di hacking militare israeliana, ora acquisita ad un appaltatore del Pentagono Usa – per poter spiare i messaggi Whatsapp di almeno sette cittadini del nostro Paese?

Vi diamo degli indizi, in modo che possiate farvi un’idea ragionevole…

Intanto abbiamo tutti conosciuto i nomi di due degli intercettati abusivamente: Francesco Cancellato, direttore della testata Fanpage, autrice di un’inchiesta su “gioventù nazionale” – la giovanile di Fratelli d’italia – da cui usciva fuori tutto il razzismo e il carattere neofascista della formazione; e Luca Casarini, ex “tuta bianca” ora capo-missione di Mediterranea, una ong che gestisce una nave per salvare migranti in mare.

Secondo indizio. La politica commerciale di Paragon, data la sua natura, è di vendere il proprio software spia soltanto a “governi amici”, ovvero non solo totalmente allineati con la Nato ma soprattutto con Israele.

Terzo indizio. Whatsapp ad un certo punto ha avvertito i due intercettati: “A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo“.

A quel punto Paragon ha interrotto il contratto di fornitura e assistenza con chi aveva acquistato il servizio nel nostro paese (e in altri 14 dell’Unione Europea), per aver violato i termini del contratto stesso (il diritto internazionale, per quel che ne è rimasto, vieterebbe di spiare quanto meno i giornalisti).

Chi aveva acquistato il software? Di sicuro lo usavano “un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence” (presumibilmente quello “interno”, l’Aisi, ex Sisde), che sono state immediatamente sconnesse da Graphite, una tecnologia di sorveglianza di livello militare, uno spyware di ultima generazione capace di insinuarsi nei dispositivi senza neanche un click da parte della vittima.

Le notizie di cui sopra provengono dal giornale inglese Guardian e dall’israeliano Haaretz, non da oscure fonti “putiniane” o “islamiste”.

Si potrebbe e dovrebbe dunque pensare che l’acquisto sia stato effettuato dal governo italiano, che l’ha però utilizzato per scopi vietati non solo dalla legge italiana e internazionale, ma anche dal contratto commerciale.

I nomi di Casarini e Cancellato suggeriscono – ai maligni, certo – che l’iniziativa sia partita da un governo di destra, magari quello in carica, per anticipare le mosse delle ong in mare ed eventuali altri scoop considerati dannosi. Se si conosceranno presto anche gli altri cinque nomi potremmo avere un quadro ancora più chiaro.

Il governo Meloni ovviamente smentisce ed “esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence” i soggetti tutelati dalla legge sui servizi segreti, “compresi i giornalisti“.

Quanto sia attendibile questa smentita lo dice il fatto stesso: il software era usato proprio da polizia e servizi segreti e gli intercettati sono un attivista umanitario e un giornalista professionista critico con il governo.

Ma del resto, chi crede più al governo Meloni?

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