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Napoli. Il “tesoretto” da dedicare ai trasporti pubblici

Ancora problemi per De Magistris. Questa volta non in qualità di sindaco di Napoli, ma di presidente di Città Metropolitana, la forma istituzionale che sostituisce la vecchia provincia di Napoli.

I lavoratori della Ctp, società per azioni del trasporto pubblico dell’hinterland napoletano gestita dall’ex Provincia, sono stati ieri in presidio con le bandiere dell’Usb in piazza Matteotti proprio sotto la sede dell’istituzione provinciale. Sono 2 mesi oramai che non percepiscono stipendio e chiedono una soluzione per i loro problemi. Con loro anche militanti di Potere al Popolo. L’unica formazione politica organizzata presente al presidio.

La Ctp che più che un’azienda ormai è un paradigma. Dimostra benissimo infatti come le politiche di austerità provenienti da lontano (Bruxelles, Francoforte…) ricadano poi sui territori sotto forma di tagli ai servizi. E’ lungo il calvario di questa azienda, passata per molteplici crisi e che ora vive forse il momento più drammatico della sua storia.  Ovviamente il servizio per i cittadini della provincia è oramai quasi inesistente. Interi paesi isolati dal trasporto pubblico e le persone costrette a ricorrere a mezzi privati per la propria mobilità. 

Una situazione assurda per una delle aree metropolitane più popolose d’Italia. Non che in città le cose vadano molto meglio. Ma per l’Anm qualche spiraglio di luce si intravede.  E d’altronde la giunta comunale aveva individuato nella fusione tra Ctp e Anm una possibile soluzione per le crisi aziendali di entrambe. Ma poi tutto è saltato. Nel frattempo Anm tra vendite di depositi e altri beni aziendali non è più tanto lontano dal pareggio di bilancio però i servizi resi alla città restano pessimi e vergognosi per una metropoli moderna.

Un modo per fare fronte all’emergenza del trasporto pubblico (ma anche di altri servizi) sarebbe l’utilizzo dell’avanzo di bilancio di Città Metropolitana. Un bel gruzzoletto di circa 480 milioni.

Denaro che fino ad oggi è stato impossibile utilizzare per i surreali diktat della Corte dei Conti che subordina i servizi al cittadino alle compatibilità finanziarie.

Adesso però qualcosa è cambiato. Infatti l’approvazione del decreto legge cosiddetto “milleproroghe”, recependo le direttive della corte costituzionale, cancella gli impedimenti passati.

Da ottobre 2018 insomma le ex provincie che detengano quote di avanzo di gestione potranno utilizzarle per le competenze a loro attribuite.

La prima giunta provinciale a muoversi in questo senso è stata quella di Cagliari che ha subito deliberato per sbloccare il piccolo tesoretto da 20 milioni che aveva in cassa.

Tocca ora a De Magistris fare altrettanto. Il tempo  però non è infinito. I termini infatti scadono il 30 novembre pena l’ulteriore blocco dei fondi.

I lavoratori della Ctp già in un incontro con il sindaco la settimana scorsa  gli avevano prospettato tale soluzione. Utilizzare parte di quei fondi per la mobilità provinciale. Il sindaco si era mostrato d’accordo ma non aveva tracciato roadmap per l’approdo finale. E siccome il tempo vola stamane i lavoratori di ctp avrebbero voluto incontrarlo nuovamente per avere rassicurazioni definitive sul loro futuro.

Il sindaco però, guarda le combinazioni a volte,  era in piazza Municipio per inaugurare 10 autobus nuovi del parco Anm.

Tutto molto bello però in sede della ex provincia non vi era una sola figura politica in grado di interloquire con i lavoratori. Eppure il presidio era annunciato da più di una settimana.

Brutta mossa questa di De Magistris. Appena il giorno prima aveva lanciato la proposta di un fronte popolare contro fascisti e razzisti per le europee. Difficile immaginare un leader di tale coalizione che dimentica però i lavoratori di cui è amministrativamente responsabile. Un passo falso che acuirà la sfiducia dei lavoratori (che in parte lo hanno appoggiato e votato) contro questa amministrazione già in forte difficoltà. E i trasporti pubblici sono la prima emergenza di Napoli e provincia. Non è certo sottraendosi al confronto che può pensare di andare avanti.

I lavoratori Ctp, essendosi visto negare l’incontro, si sono inerpicati sul ponteggio di un palazzo di fronte la ex provincia, srotolando qui i propri striscioni e gridando forte la loro rabbia. Eppure lo stesso non si è visto nessuno. Grave, molto grave.

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