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Si arrende Liz Truss: niente taglio delle tasse ai ricchi

C’è da restare impressionati vedendo quel che accade ai vertici del governo in Gran Bretagna. Perché dà la misura del livello infimo della “classe politica” occidentale davanti ad una crisi sistemica che sta esplodendo in guerra guerreggiata.

Viene da chiedersi “ma come è possibile che ‘il sistema’ abbia selezionato come dirigenti politici degli imbecilli simili?

Liz Truss, astro appena nato dei neoconservatori ultraliberisti, che si considera erede diretta di Margareth Thatcher ma è stata sponsorizzata al premier uscente (già abbastanza stralunato), Boris Johnson, ha rinunciato al maxi taglio delle tasse per gli i ricchi, ovvero all’eliminazione l’aliquota massima del 45% per coloro che hanno oltre 150 mila sterline di reddito annuo (più o meno 173.000 euro).

Era uno dei punti centrali del maxi-piano sui tagli fiscali, che – aveva spiegato – avrebbe immancabilmente portato il suo paese di nuovo “sulla via della crescita”. Una misura altamente impopolare, specie in tempi in cui l’inflazione ha superato stabilmente il 10%, mentre gli stipendi sono fermi e gli scioperi si moltiplicano.

Anche il Fondo Monetario Internazionale, la Banca di Inghilterra e persino “i mercati” avevano reagito malissimo al suo “piano”, presentato il 23 settembre, segnalando che la fase attuale dell’economia mostra caratteristiche opposte a quelle in cui la “Lady di Ferro” diede il peggio di sé.

Ma Liz Truss aveva provato lo stesso a resistere, cedendo solo quando il suo stesso partito – i conservatori – gli ha fatto sapere che era pronto a darle il benservito nonostante si sia insediata poche settimane fa, nel mentre il paese era in lutto per la morte della Regina.

Negli ultimi dieci giorni la sterlina è crollata, la BoE è stata costretta ad acquistare titoli di stato sul mercato (una bestemmia, per il liberismo duro e puro) per tenerne alti i prezzi e quindi bassi i rendimenti (alleggerendo il peso degli interessi sul debito pubblico), i capitali hanno preso a fuggire verso gli Usa, le agenzie di rating hanno messo sotto osservazione il Gilt britanici per un eventuale declassamento.

Una catastrofe.

Così, nel giro di una manciata di ore, la misura-chiave del “mini-budget” presentato dal Cancelliere Kwasi Kuarteng è stata messa da parte.

È chiaro che l’abolizione dell’aliquota fiscale del 45% è diventata una distrazione dalla nostra missione prioritaria di affrontare le sfide che il nostro Paese deve affrontare. Di conseguenza, sto annunciando che non stiamo procedendo con l’abolizione dell’aliquota fiscale del 45%. Abbiamo capito e abbiamo ascoltato. Questo ci consentirà di concentrarci sulla realizzazione delle parti principali del nostro pacchetto di crescita”, ha affermato Kwarteng.

La stessa Truss ha tenuto a dare una motivazione solo politica alla sua retromarcia, in pratica dandone la responsabilità al suo partito, non abbastanza “coraggioso” per seguirla su questa strada. Una spiegazione spesa per mettere sotto il rappeto lo scoglio rapresentato dalla reazione dei “mercati”.

Ed è significativo che “i mercati”, oggi, considerino veleno puro ciò che hanno preteso per 40 anni dai politici di tutti i paesi dell’Occidente neoliberista. Una riprova arriva dal presidente di Confindustria, il pessimo Carlo Bonomi, arrivato a bocciare le ipotesi di flat tax (fin qui appoggiate senza riserve), definendole ora “immaginifiche” perchè “non possiamo permettercelo”.

Non che abbia cambiato idea su chi deve pagare la crisi, visto che alla flat tax ha affiancato anche le ipotesi di incentivare i prepensionamenti, con l’identica motivazione. In pratica, ha chiesto come sempre “più soldi alle imprese” e “in culo ai lavoratori”…

Ma, nonostante lui, la veloce meteora di Liz Truss – vedremo quanto saprà ancora difendere la sua poltrona – dimostra comunque che l’era neoliberista è ormai alla fine. Ha distrutto l’ambiente, le conquiste dei lavoratori europei e ogni ipotesi di cambiamento sociale. Ma non sa e non può più andare avanti.

Per questo, di fatto, la guerra globale è diventata una prospettiva “attrattiva”…

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1 Commento


  • Maurizio

    Giulietto Chiesa docet buonanima e Compagno aveva previsto tutto ciò

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