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Primarie del Pd. Renzi alle calcagna di Bersani

Secondo i primi dati giunti al coordinamento per le primarie, Pier Luigi Bersani ha ottenuto 406.043 voti (44,6), Bruno Tabacci l’1,2%, Laura Puppato il 3%, Nichi Vendola il 14,4%, Matteo Renzi il 36,9%. Il dato è sui primi 3.411 seggi su 910.405 voti validi. Nel caso in cui nessuno dei cinque candidati dovesse superare la soglia del 50%, i due più votati andrebbero al ballottaggio il 2 dicembre. La partecipazione sarebbe intorno ai 4 milioni di persone, un pò meno di quelle che andarono a votare le primarie con Prodi nel 2005. Qualche polemica per la più prevedivile delle dichiarazioni, quella di Susanna Camusso. Il segretario generale della Cgil, ha votato Bersani alle primarie del centrosinistra. Una vittoria di Renzi, aveva detto all’ora di pranzo «sarebbe certamente un problema. Le sue proposte sul lavoro sono molto distanti dalle nostre e sono un problema per il Paese». Una dichiarazione di voto a urne aperte che – per quanto veritiera verso le posizioni di Renzi – non è certo il massimo della correttezza, ma è anche la conferma che certi irrigidimenti della Camusso (sciopero europeo del 14 novembre, non firma all’accordo sulla produttività) erano veri e propri endorsment elettorali per Bersani. Se sarà lui il prossimo capo del governo si cambierà registro e la firma della Camusso su tutti gli accordi, incluso quello sulla produttività, sarà più che assicurata.

Sulle primarie del Pd leggi il commento della nostra redazione

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