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Treviso. La polizia contro gli antirazzisti, nazileghisti scatenati

Apprendiamo “increduli” le notizie che arrivano dal nord est. A Treviso in queste ore sono stati fermati 37 attivisti, presi dalle forze dell’ordine dopo momenti di tensione e scontro con la polizia, intenta a sgomberare un pacifico presidio antirazzista sotto la Prefettura cittadina.

Un presidio del tutto legittimo e giustificato, visti i recenti fatti che hanno coinvolto la provincia veneta: a Quinto infatti, un “gruppo di cittadini” (militanti leghisti, di Forza Nuova e altre sigle affini) ha prima impedito la consegna del cibo a un centinaio di migranti e poi, forzando la porta di uno degli appartamenti destinati ai profughi, ha ammassato in strada il mobilio e gli ha dato fuoco. Un pogrom in piena regola dunque, degno di altri momenti della storia dell’estrema destra xenofoba.

A cavalcare l’onda della “legittima protesta”, subito sono intervenuti i paladini di un “padroni a casa nostra” che ha il sapore antico del nazionalismo e del fascismo. Prima il governatore regionale Zaia, che ha fatto notare come il Veneto (insieme ad altre regioni) si stia africanizzando, dichiarando guerra ai prefetti, non eletti dal popolo e colpevoli di costringere la popolazione ad accettare i profughi, e poi direttamente il boss del fascio-leghismo nostrano, Matteo Salvini: “Quello che sta accadendo è intollerabile, via il prefetto se non è in grado di gestire. Questi immigrati devono andar via”.

Ma per fortuna, anche qualcun altro ha deciso di prendere parola ed entrare nel merito della sconvolgente storia. Questa mattina il centro sociale cittadino aveva indetto un presidio sotto la Prefettura, nella piazza principale del centro storico, ma pochi interventi al megafono e alcuni striscioni sono bastati per legittimare uno spropositato uso della violenza da parte della polizia. I manifestanti che, seduti e incordonati, stavano occupando pacificamente l’atrio d’ingresso, sono stati attaccati, caricati, manganellati e portati via in massa. Mentre scriviamo si trovano in questura, un legale da loro incaricato ci fa sapere che li stanno identificando e in teoria -speriamo- dovrebbero essere rilasciati entro oggi. Tutto bene quindi? Ma neanche per idea!

Violenza poliziesca a parte, ciò che sta accadendo in Veneto in questi giorni sembra dare uno spaccato del contesto generale: da un lato chi fugge da guerre e disperazione (che non sono certo autoprodotte, ma spesso portate dai governi europei…), dall’altro chi fomenta un odio facile e funzionale. Movimenti di destra che si scagliano contro le ‘ingiustizie del sistema’ ma poi finiscono sempre col prendersela con i più deboli, con le vittime, e mai con i potenti.
E così, mentre i profughi sono in prima linea nella ricostruzione a Mira e Dolo, Forza Nuova non trova nulla di meglio da fare che aggredire un dipendente di una cooperativa che si occupa di accoglienza. D’altro canto, diranno loro (e in questo “loro” c’è anche un giovane militare dell’esercito), se tradisci la patria e aiuti chi ruba case e lavoro agli italiani dovrai pur pagarne le conseguenze..in prima persona.

E così si è arrivati ai fatti di oggi, mai visti nella piccola città veneta, nemmeno nel ventennio di dominazione leghista, quando l’allora sindaco Gentilini proponeva di “sparare ai negri” e fare “pulizia etnica dei culattoni”. Evidentemente l’attuale amministrazione del PD non è da meno, solo più ipocrita e falsamente pulita. Cambia partito ma non cambia ideologia, soprattutto se si vuole scatenare l’odio contro e tra sfruttati, cardine base dell’ideologia padronale e funzionale all’imperialismo (interno, questa volta) continentale. Scendi in strada contro i profughi, che se no rimani a casa a informarti sul Memorandum greco…

Attendiamo quindi notizie delle 37 persone fermate in questura, a cui deve andare tutta la solidarietà di chi è consapevole che bisogna fermare quest’odio razzista e chi lo semina, a Treviso come a Tor Sapienza, con le buone o con le cattive..da Le Pen ad Alba Dorata, il fascio-leghismo ha fin troppi spunti per insediarsi nella testa delle persone e passare dal mal di pancia alla violenza. Bisognerà prendere provvedimenti, urgentemente.
Anche perché la protesta dei residenti di Quinto di Treviso ha avuto successo: come annunciato dal sindaco della cittadina Mauro Dal Zilio, i 101 migranti ospitati in un ex residence della cittadina veneta sono stati trasferiti all’ex caserma ‘Serena’, a cavallo dei comuni di Treviso e Casier. Un “successo” – sulla pelle di cento poveracci – che potrebbe convincere l’estrema destra ad aprire nuovi focolai di tensione.

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1 Commento


  • marina

    mi vergogno di essere veneta; ciò che è accaduto a Quinto di treviso è di una gravità unica,inammissibile che un branco di fascioleghisti scatenati si metta alla testa di cittadini sempre più intelloeranti e senza umanità. In questo veneto, prima democristiano fino al midollo e ora fascioleghista, in cui le caste, prima fra tutti quella ecclesiastica, hanno dominato, manca la “pietas cristiana”. Oltre ad essere solidale con chi ha giustamente manifestato il proprio disgusto per tutto questo, il mio invito è di reagire con grande fermezza, sempre, comunque e ovunque contro ciò che sta accadendo…..

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