La multinazionale Whirlpool, contravvenendo agli impegni presi, ha inviato ieri le prime lettere di licenziamento alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento di Napoli. Unica alternativa prevista è quella di trasferirsi a lavorare nello stabilimento di Varese, altrimenti per centinaia di lavoratrici e lavoratori da adesso in poi c’è solo la Naspi, ossia l’indennità di disoccupazione.
Alla mazzata dei licenziamenti si aggiunge anche la legittimazione giudiziaria. Infatti il giudice del lavoro di Napoli, Lombardi, ha dato ragione alla multinazionale statunitense Whirlpool respingendo il ricorso, presentato dai sindacati per «condotta antisindacale».
Il Ministero dello Sviluppo economico – si legge invece in un comunicato congiunto di Fim, Fiom e Uilm – non è stato in grado di assicurare quella continuità occupazionale ai lavoratori della Whirlpool di Napoli che pure aveva a più riprese promesso. Il Governo si è inizialmente schermito dietro al fatto che Whirlpool avrebbe ritirato la disponibilità ad effettuare un trasferimento di azienda, ma poi è emerso che nemmeno da parte governativa c’è alcun progetto concreto che preveda di scongiurare i licenziamenti e di assicurare la continuità occupazionale. Anzi l’unico percorso prospettato da parte del Ministero dello Sviluppo economico prevede che la riassunzione dei lavoratori, che nel frattempo evidentemente verrebbero licenziati, partirebbe dopo sei mesi dalla data di perfezionamento del piano di investimenti del consorzio, al momento previsto per il 15 dicembre. Si tratta di un percorso che evidentemente non scongiura i licenziamenti e tradisce le promesse fatte. Per questo chiediamo ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico di tornare al tavolo, perché non possiamo accettare una siffatta marcia indietro. Il Governo comunicherà domani la data di incontro con i ministri».
Da questa mattina alle 9.00 è in corso l’assemblea dei lavoratori dentro lo stabilimento di via Argine.
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