Domenica 11 novembre a Roma si terrà il referendum sulla privatizzazione trasporto pubblico locale e quindi il futuro dell’Atac.
Due sono i quesiti che verranno sottoposti ai cittadini. Il primo, quello che mette in discussione il futuro della municipalizzata romana recita: “Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo, ovvero su gomma e rotaia, mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?” Il secondo quesito recita: “Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo, ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”.
Il referendum è stato voluto dai Radicali con l’appoggio prima velato ed ora palese del Pd per il Si alla privatizzazione. A conferma che anche tra i nemici “chi si piglia si somiglia”. Il M5S oggi al governo della città è orientato per il NO. La destra ancora viaggia sottotraccia mentre Sinistra Italiana e Potere al Popolo sono apertamente schierate per il NO alla privatizzazione del trasporto pubblico.
L’obiettivo della privatizzazione dell’Atac viene da lontano ed è stato perseguito sistematicamente dalle giunte comunali precedenti di centro-destra e centro-sinistra (Alemanno, Veltroni) sia lasciando degradare il servizio di trasporto pubblico (linee tagliate, mezzi vecchi, autobus che prendono fuoco), sia esternalizzando tutti i servizi fondamentali come la manutenzione con costosi appalti su appalti. Infine occorre sapere che già adesso e da anni quasi 123 linee di trasporto sono già privatizzate.
Queste di seguito sono le linee di trasporto ex Atac già in mano a società private
Ovviamente si tratta delle linee che “servono” le periferie che sono state concesse ad aziende private, le quali spesso dimenticano di pagare gli stipendi ai dipendenti e che mediamente li pagano il 20% in meno degli autisti che lavorano sulle linee ancora gestire dall’Atac. Inutile sottolineare che se i trasporti pubblici sono deficitari nel resto della città, nelle periferie – lì dove sono gestiti da aziende private – il servizio è assai ben peggiore con tempi di attesa disperanti.
Per sostenere il NO al referendum dell’11 novembre sono nati diversi comitati. Il Comitato lavoratori e utenti da tempo ha avviato la sua campagna per il No nella città. E mercoledi ha convocato una ultima assemblea pubblica prima del rush finale del voto di domenica 11 novembre.
Qui di seguito la convocazione dell’assemblea e le ragioni del NO
Il prossimo 11 novembre i cittadini romani saranno chiamati a votare per il Referendum Consultivo, promosso dal Partito Radicale, in merito alla volontà di far gestire ai privati il trasporto pubblico locale. A contrapporsi alle deboli ragioni del SÌ molti studenti e pensionati, lavoratori e comitati di quartiere che si sono costituiti nel Comitato Utenti e Lavoratori in difesa del trasporto pubblico. Sostenere le ragioni del NO rappresenta una battaglia sociale fondamentale per scongiurare l’ennesimo cannibalismo delle aziende private sui servizi pubblici, patrimonio della collettività. Difendere il trasporto pubblico, non solo vuol dire difendere un diritto costituzionale, al pari di quello alle cure e all’istruzione, ma significa scongiurare un aumento dei costi pubblici e delle tariffe per i cittadini.
Al contempo, il trasporto pubblico deve tornare ad essere sinonimo di qualità ed efficienza. Perché questo possa realmente accadere occorre tornare ad una gestione pubblica al 100%, eliminando di fatto modelli come quelli di Atac che, pur essendo un’azienda pubblica, è di fatto una Società per Azioni e pertanto un soggetto di diritto privato.
Un progetto alternativo alle privatizzazioni c’è ed è quello che il Comitato presenterà in occasione dell’assemblea pubblica che si terrà c/o la CASA DELLA CITTA’ il 7 novembre alle ore ore 15.30, con il contributo dell’avvocato Pietro Adami.
ASSEMBLEA PUBBLICA 7 NOVEMBRE
ore 15.30 alla Casa della Città Via della Moletta 85 Roma
Sono invitati a partecipare tutti i cittadini e i Comitati che come noi sostengono le ragioni del NO.
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Articolo molto approssimativo. Ok voler votare No, ma almeno fammi sapere le ragioni del Si, in modo che possa decidere cosa fare. Anche perché non è una privatizzazione ma una liberalizzazione. Sarebbe stato interessante leggere la differenza tra le due
Redazione Contropiano
La differenza è una sfumatura che non cambia affatto la natura della cosa… “Liberalizzare”, in assenza di concorrenti pubblici, vuol dire proprio “privatizzare”.
E ricordiamo che a Roma c’è già una compagnia privata – la Tpl – che gestisce le linee autobus di periferia. Che infatti non passano mai, vengono soppresse a ritmo costante, con grave danno dei cittadini che più ne necessiterebbero.
Dulcis in fundo, spesso si scorda di pagare lo stipendio ai dipendenti…
https://contropiano.org/news/politica-news/2017/08/15/roma-senza-stipendio-lavoratori-della-roma-tpl-azienda-privata-094747
https://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/02/16/roma-tevere-tpl-trattiene-arbitrariamente-parte-del-salario-dei-dipendenti-034970
https://contropiano.org/regionali/lazio/2017/12/04/roma-domani-tutti-piazza-del-campidoglio-difesa-dei-lavoratori-del-tpl-098404
https://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2015/09/29/roma-tpl-senza-salario-non-si-lavora-sciopero-il-2-ottobre-033125
Chi vuol fare propaganda gratis per i privatizzatori, qui, ha sbagliato indirizzo.